Dott.ssa Catia Fiorin

Psicologa e Psicoterapeuta in Piove di Sacco (Padova)

Sono Catia Fiorin una psicologa e psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia familiare e relazionale. Lavoro da più di 20 anni (ho iniziato nel 2000) come libero professionista presso lo Studio di Piove di Sacco (PD).

 

Una teoria che diventa pratica…

 

Coerentemente con il mio modo di pensare e di essere ho scelto come base di formazione iniziale l’approccio sistemico-relazionale che considera l’identità individuale come frutto delle relazioni significative che la persona ha intrattenuto nel corso della sua vita; pertanto, un eventuale problematica non viene letta e trattata come caratteristica insita nell’individuo, ma come esito di esperienze relazionali.

Secondo la Psicoterapia Sistemico Relazionale  le modalità comunicative disfunzionali in famiglia, in coppia, nel lavoro, a scuola o nei principali contesti sociali di riferimento, possono contribuire a creare uno stato di disagio con gli altri e con se stessi.

Spesso le persone senza rendersene conto fanno proprie queste modalità relazionali inadeguate e le ripetono nei diversi contesti interattivi  nonostante le conseguenze negative, in un circolo vizioso che si autoalimenta generando una sofferenza emotiva che trova espressione nei sintomi  come l’ansia, i disturbi psicosomatici, la depressione e le difficoltà relazionali.

La Psicoterapia Sistemico Relazionale punta alla comprensione di queste dinamiche interpersonali, all’elaborazione dei significati sottostanti ai sintomi che molto spesso traggono origine dal passato ma influenzano quotidianamente il presente.

Lungo il mio percorso professionale ho appreso la Tecnica del Training Autogeno. Uno strumento che utilizzo sia negli interventi individuali che di gruppo e che consente di ristabilire il proprio equilibrio psico-fisico e a imparare ad avere una maggiore distanza emotiva dalle situazioni problematiche.

Negli ultimi  anni di formazione sono diventata con mia grande soddisfazione anche Psicoterapeuta EMDR. L’Emdr è una tecnica che rientra nell’ambito delle terapie brevi e che consente un rapido accesso alle memorie traumatiche per farle integrare nella storia di vita della persona depotenziandone gli effetti negativi sul presente. Tutte le esperienze vissute come trauma, se non “digerite”, rischiano di trasformarsi in sintomi e disagi psicologici.

La Tecnica Immaginativa VIC (VISSUTO IMMAGINATIVO CATATIMICO) è un’ulteriore strumento clinico del mio bagaglio formativo che utilizzo nel lavoro terapeutico. Permette di entrare in risonanza ed empatia con la sfera psicoemozionale del paziente e attingere alle risorse del suo immaginario interiore per la soluzione di conflitti e traumi irrisolti.  I recenti studi della PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia) e i contributi delle tecniche di neuroimagering (RM e SPECT) ci dimostrano l’importanza della visualizzazione creativa nello stimolare le capacità del nostro cervello di attivare nuove connessioni intermisferiche favorendo così l’organizzazione del nostro cervello e la ristrutturazione della personalità in tempi brevi.

La richiesta di aiuto sempre più frequente da parte di pazienti con malattie organiche varie e tumori mi ha portato ad approfondire la relazione tra “psiche” e “soma” tramite il corso in Psiconcologia.

Se l’ansia, la paura, la preoccupazione, la demoralizzazione, la rabbia sono normali risposte alla malattia, quando queste “risposte” diventano troppo intense, frequenti, continue e perseveranti, rischiano di creare un circolo vizioso da cui è necessario uscire.

Nel corso del mio lavoro clinico si è fatta pertanto strada la necessità, e quindi l’opportunità, di approfondire gli studi in campo psicodinamico attraverso il Master in Psicosomatica.

Spesso i sintomi fisici, e più in generale le malattie, vengono vissuti come fatti isolati senza alcuna correlazione con il proprio stile di vita, la personalità e quindi il nostro modo di essere e di pensare.

Invece, il mondo psichico e quello corporeo sono metaforicamente due facce di una stessa medaglia, in relazione reciproca tra di loro. E’ utile quindi pensare alla mente e al corpo come ad un’unità somatopsichica.

I più recenti contributi della Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) sottolineano che le emozioni sviluppano delle modificazioni a carico degli organi ed apparati e viceversa. Dal punto di vista neurofisiologico, la somatizzazione avviene in seguito alla negazione o alla repressione di uno stato emotivo per cui, venendo meno la sua verbalizzazione, le tensioni vengono pertanto scaricate sul corpo che si fa portavoce del disagio psicologico inespresso.

L’ansia, come anche gli altri disagi psicologici, con le sue manifestazioni fisiche di tachicardia, mancanza d’aria, nausea, insonnia… può essere letto come un segnale d’allarme “amico” perchè può permettere alla persona di fermarsi e sviluppare una coscienza e consapevolezza necessarie al prendersi cura di se stessa.

In questa cornice la psicoterapia è il posto sicuro della cura che consente al paziente di conoscere e gestire il proprio mondo emotivo e affettivo, ovvero attraverso l’elaborazione e la modulazione dell’emotività si può sviluppare uno stile più funzionale per lo stato di salute e il benessere psico-fisico.

Se l’ansia, la paura, la preoccupazione, la demoralizzazione, la rabbia sono normali risposte alla malattia, quando queste diventano troppo intense, continue e perseveranti, rischiano di creare un circolo vizioso da cui è necessario uscire.

Ho deciso di diventare Istruttore di Mindfulness MBSR, (Mindfulness Based Stress Reduction) e MBCT (Mindfulness-Based Cognitive Therapy) per aiutare le persone con problemi di stress o con altri disturbi psico-fisici per avere maggiore consapevolezza dei propri pensieri, automatismi, reattività e giudizi e relazionarsi ad essi con un atteggiamento di apertura, curiosità e comprensione che migliora lo stato di benessere fisico e mentale. Se non possiamo modificare le situazioni difficili in cui ci troviamo (malattia, lutto, difficoltà relazionali e sociali), possiamo imparare ad entrare in contatto con esse lavorando su noi stessi e sul nostro modo di approcciare la realtà, interna ed esterna.

Appassionandomi di meditazione, ho sentito il desiderio di integrare la formazione con il percorso per Insegnante di Mindful Self-Compassion. La MSC è un’opportunità per accettare e accogliere se stessi con amorevolezza e gentilezza, proprio quando ci ritroviamo a fare esperienza dei dolori che la vita ci pone di fronte. E’ un antidoto alla tendenza ad essere ipergiudicanti e punitivi verso noi stessi quando le cose non vanno nel verso che desideriamo, con le conseguenti emozioni negative come la vergogna, il senso di colpa e la rabbia. Le ricerche scientifiche sulla Self-Compassion evidenziano una riduzione degli stati emotivi e psicologici negativi e un aumento di soddisfazione nella vita, felicità e ottimismo.

 

Una pratica vissuta..

 

La validità di queste le tecniche l’ho sperimentata anche in prima persona attraverso il mio percorso personale di psicoterapia. Un’esperienza che mi ha permesso di conoscermi più profondamente e di fare delle scelte di vita consone ai miei bisogni e desideri.

Più che cambiare gli altri e il mondo esterno, impresa che spesso risulta fallimentare, è necessario infatti cambiare se stessi, o meglio quelle parti di noi che ci “imprigionano” e scoprire modalità alternative di sentire, pensare e reagire per vivere in armonia con se stessi e gli “altri significativi” lasciando scorrere via le situazioni che ci demoliscono e umiliano.

E’  una meta spesso faticosa da conseguire, ma la vita ci insegna quotidianamente che per realizzare i grandi obiettivi è fondamentale impegnarsi e lavorare con costanza. D’altro canto è questo il modo che permette alla persona di sentirsi compiaciuta e realizzata.

A partire quindi da una relazione terapeutica importante che stabilisco con il mio paziente, basata sulla fiducia, sulla considerazione della sua persona nella sua unicità,  e sull’accettazione incondizionata, egli ha modo di accedere ad una sfera di consapevolezza che apre la strada alla stabilità emotiva, psicologica e relazionale e al raggiungimento autonomo dei propri obiettivi di vita, imparando a contare sulle proprie risorse e potenzialità e a rispettare i propri limiti.

 

Perché scegliermi come Terapeuta

 

Nel lavoro do il massimo di me stessa, ci metto impegno e  passione; mi riscopro piacevolmente a lavorare con le persone con lo stesso entusiasmo con cui sono partita un bel pò di anni fa.

E’ assicurata la disponibilità a sostenere il mio paziente nei momenti di difficoltà e a seguirlo lungo tutto il percorso, dalla valutazione iniziale del problema alla definizione degli obiettivi e del progetto terapeutico, alla condivisione finale della contentezza per il traguardo raggiunto.

Punto sulla formazione continua, che mi permette di conoscere e consolidare professionalmente varie modalità e tecniche psicologiche utili nell’affrontare le difficoltà e i disagi dei miei pazienti.

Ho maturato una buona esperienza professionale nel corso degli anni in svariati contesti professionali, che mi dà   l’opportunità di allargare gli ambiti lavorativi di applicazione: dall’individuo al gruppo, dalla prevenzione alla terapia, dalla clinica alla formazione.

Da ultimo ma non meno importante, il mio modo di lavorare e di essere professionista  è arricchito anche dalla mia vita personale,  attraverso i ruoli di donna, moglie, mamma, familiare, amica… con i quali cerco di cogliere ed esprimere l’essenziale e l’autentico, provando nella quotidianità ad avvicinarmi al moto “non tutti i mali vengono per nuocere”. Oggi le cicatrici  per le ferite subite dagli eventi della vita mi ricordano l’importanza della cura per me stessa e per  le relazioni con i miei Tesori che ho avuto la fortuna di incontrare.

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